Quotidianamente veniamo travolti da notizie orribili tramite
i TG, i quotidiani, i siti internet, il racconto di un conoscente. C’è sempre
una brutta notizia dietro l’angolo, in agguato, pronta a travolgerci.
Ma sarà poi vero che ci travolge? Che ci turba?
Se la risposta è si, niente paura, anzi potete rallegrarvi
perché siete ancora umani! Perché riuscite, nonostante tutto, a provare ancora empatia
verso il mondo e i suoi abitanti. Gioite!
Se invece la risposta è no, allora siete entrati a far parte
di quella vastissima fetta della popolazione cosiddetta “civilizzata” che non
riesce più a percepire niente nel proprio cuore perché incapace di provare
sentimenti, oppure, volutamente, per
esigenza, a causa della volontà di non provare più sofferenza causata
dall'orrore del mondo, e quindi scegliere di rinchiudersi dentro se stessi
evitando di essere toccati da ciò che ci succede intorno. Ma, per quanto
comprensibile, questo comportamento non è positivo. Esso conduce ad uno stato
che risulta essere ben peggiore di qualsiasi altro fattaccio o disgrazia, porta
ad un sentimento terribile, il più terribile: l’indifferenza!
E quindi, oggi, mi sembra il momento giusto per fare un
esercizio, un esercizio di umanità.
Prendiamo la notizia più brutta che abbiamo sentito oggi, e
pensiamoci sopra. Non dobbiamo fare altro che rifletterci sopra!
Facciamoci delle domande, esattamente come non facciamo mai,
vero?
Chiediamoci perché? Perché è successo quello che è successo?
Come si è arrivati a questo?
Io il mio esercizio l’ho fatto con la seguente notizia. L’altro
ieri, nei sobborghi di Roma, quattro persone si sono divertite a uccidere una
gattina di 8 anni, cieca e anziana.
L’hanno data in pasto ai loro cani! E la cosa incredibile è
che ci hanno pensato, che hanno premeditato, hanno volutamente chiesto alla
proprietaria se il gatto fosse suo, e mentre lo tenevano per la coda l’hanno
gettato nel cortile in bocca ai loro famelici pitbull.
Cioè quattro esseri umani hanno deliberatamente usato
sevizie, torture e disumanità nei confronti non solo di un gatto ma anche di un’altra
persona che implorava che le venisse restituito.
Ed ecco che ora posso fare il mio esercizio, posso farmi le
mie domande. Mi chiedo infatti perché? Perché hanno ucciso un gatto indifeso e
innocuo e perché lo hanno fatto in maniera cosi truce e barbara?
Perché lo hanno fatto platealmente, senza timore di essere
denunciati o peggio arrestati?
Perché i loro cuori non hanno avuto un barlume di coscienza,
di umanità nemmeno di fronte alla signora che accudiva la gatta ed in lacrime
la richiedeva indietro?
Perché è successo questo? Come si è arrivati a questo
degrado?
Spiacente, ma in questo tipo di esercizi non troverete le
risposte in fondo al libro.
Fonte:
http://roma.repubblica.it/cronaca/2015/04/07/news/rapiscono_gatta_della_vicina_per_sfamare_i_loro_pitbull-111339000/
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